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TAM, TAM, PUM, PUM, CRACK, CRACK. Sobre la manifestación del sábado 4 de marzo en Turín con Alfredo Cospito y contra el 41 bis.
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06 mar 2023
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[Castellano] TAM, TAM, PUM, PUM, CRACK, CRACK.
Sobre la manifestación del sábado 4 de marzo en Turín con Alfredo Cospito y contra el 41 bis.
Ayer se marchó una vez más por la vida, la vida de un compañero que ha asumido con determinación dejar de ser, de existir. Lo ha hecho con un mensaje claro y una esperanza poco común en estos tiempos: espera que mantengamos encendida la antorcha. Que transcendamos su lucha.
Como Alfredo, apostamos por la vida y, sobre todo, contra todo y todxs lxs que la niegan. Lxs que generan la degradación continuada de los
ecosistemas, la aniquilación de especies, la reducción de hábitats a estercoleros. Lxs que perpetuán sociedades enemigas del riesgo y la
aventura, aniquilando lo diferente, homogenizando placeres y deseos. Lxs que defienden una esclavitud subyugada al discurrir de mercancías y que criminaliza el tránsito de personas. Lxs que imponen un mundo basado en el beneficio, construyendo relaciones que necesitan de la jerarquía y la autoridad. Lxs que perpetuan una realidad basada en la simulación y no en la experimentación, donde lo virtual se impne a lo real…
Es la práxis anárquica, en todo su infinito abanico de posibilidades, la que debe ir marcando nuestros pasos. Con determinación, y cautela cuando sea necesaria. Con arrojo, pero acumulando aprendizaje. Sin miedo a cometer errores pero con la voluntad de no repetirlos. Este quehacer conlleva riesgos de muchos tipos (cárcel, multas, destierro, marginación, incomprensión…) pero si dejamos que esta pasión muera en nuestro interior hemos perdido.
Volviendo a la manifestación del sábado: Al salir de la plaza el estimulante TAM TAM de los tambores fue poco a poco sustituído por el CRACK CRACK de los martillos, arietes improvisados y adoquines que golpeaban y hacían añicos las muestras más groseras de la simbología de la muerte, del espectáculo de la dominación, del escaparate del capital. Con ritmo variado, como no puede ser de otra forma cuando es la espontaneidad y la rabia, junto a la sangre fría de la experiencia, la
que va marcando el PUM PUM de los latidos del corazón que nos hacen arrancar espacios y tiempos a la monotonía, al gris de la normalidad, a
la insípida existencia ciudadana.
Sin afán de hacer crítica hiriente, y aplaudiendo la organización y tesón de lxs compas locales, si queríamos apuntar algunas frustraciones: Las manifestaciones, por muy salvajes que se desenvuelvan, vienen siempre limitadas por un hacer encorsetado en un lugar y en un momento
específico. Son una demostración de fuerza, una expresión de descontento y, en el mejor de los casos, una amago de pulso al poder. Por eso no
pueden ni deberían estar limitadas. Claro está, que preservando siempre, en la medida de lo posible, la salud y seguridad de lxs nuestrxs.
Desde este prisma defendemos la defensa/ataque que se dio con los esbirros uniformados. Al igual que la retirada lo más segrura ym coordinada que pudieron brindarnos lxs nuestxs, a base de
improvisadas y ardientes barricadas que impedían el rápido acceso a la policía.
Tenemos el privilegio de estar fuera, algunxs también de tener papeles o identidades que facilitan un tránsito más generoso por la estructura social. Pero esto solo nos debería hacer más responsables, más afiladxs, más dispuestxs a cuestionarnos y a batallar. Desde dentro y entre iguales: probar, fallar y volverlo a intentar; hacia fuera: sin límites y con riesgos, pero sin martirios ni masoquismos.
Gracias compañerxs.
Lo político es personal.
Desde y hacia la anarquía.
Revoltosxs espontáneas en la ciudad de Turín
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[Italiano] TAM TAM, CRACK CRACK, TUM TUM TUM.
Sulla manifestazione di sabato 4 marzo a Torino, con Alfredo Cospito e
contro il 41 bis.
Ieri si è scesi un’altra volta in strada per la vita, la vita di un compagno che ha accettato con risolutezza di smettere di essere, di esistere. Lo ha fatto con un messaggio chiaro e una speranza tutt’altro che comune di questi tempi: spera che manteniamo accesa la fiaccola. Che trascendiamo la sua lotta.
Come Alfredo, scommettiamo sulla vita e, soprattutto, contro tutto e tuttx coloro che la negano. Coloro che generano il degrado continuo
degli ecosistemi, lo sterminio delle specie, la trasformazione dell’ambiente a un letamaio. Coloro che perpetuano società ostili al rischio e all’avventura, annichilendo ciò che è diverso, conformando piaceri e desideri. Coloro che difendono una schiavitù soggiogata al discorso delle merci e che criminalizzano il transito delle persone. Coloro che impongono un mondo basato sul profitto, costruendo relazioni che necessitano gerarchia e autorità. Coloro che perpetuano una realtà basata sulla simulazione e non sulla sperimentazione, in cui il virtuale
si impone sul reale…
È la pratica anarchica, con tutto il suo infinito ventaglio di possibilità, che deve segnare il nostro passo. Con determinazione e, quando sia necessario, cautela. Con audacia, ma collezionando saperi. Senza paura di commettere errori, ma con la volontà di non ripeterli. Questa missione porta con sé molti diversi rischi (carcere, multe, esilio, marginalizzazione, incomprensione…), ma se lasciamo spegnere
questa passione interiore, siamo perduti.
Tornando al corteo di sabato: uscendo dalla piazza, lo stimolante TAM TAM dei tamburi è stato a poco a poco sostituito dal CRACK CRACK dei
martelli, arieti improvvisati e sampietrini che colpivano e facevano a pezzi gli emblemi più insolenti della simbologia di morte, dello
spettacolo della dominazione, della vetrina del capitale.Con ritmi diversi, com’è ovvio che sia quando sono la spontaneità e la rabbia,
insieme al sangue freddo dell’esperienza, ad accompagnare il TUM TUM TUM dei battiti del cuore, che ci permettono di strappare spazi e tempi alla
monotonia, al grigiore della normalità, all’insipida esistenza cittadina.
Senza la volontà di produrre critiche offensive, e applaudendo l’organizzazione e la scrupolosità dex compagnx localx, vorremmo però annotare alcune frustrazioni:Le manifestazioni, per quanto
selvaggiamente evolvano, vengono sempre contingentate da un’azione limitata ad un luogo e un momento specifici. Sono una dimostrazione di
forza, un’espressione di dissenso e, nel migliore dei casi, un tentativo di braccio di ferro con il potere. Per questo non possono e non dovrebbero essere limitate. Chiaro, sempre preservando, nella misura del possibile, la salute e la sicurezza dex nostrx.Da questa prospettiva difendiamo la difesa/attacco che ha avuto luogo con gli sbirri
uniformati. Così come la ritirata il più sicura e coordinata che x nostrx sono riusciti ad assicurarci, a base di barricate improvvisate e
infuocate, che impedivano il rapido sopraggiungere della polizia.
Abbiamo il privilegio di essere fuori, alcunx di avere anche i documenti o le identità che ci facilitano un transito comodo attraverso la
struttura sociale. Ma questo dovrebbe solo renderci più responsabili, più taglienti, più dispostx a metterci in gioco e a dare battaglia. Da dentro e tra uguali: provare, sbagliare e tornare a provarci; verso fuori: senza limiti e con rischio, ma senza martirii né masochismi.
Grazie compagnx.
Il politico è personale.
Da e per l’anarchia.
Rivoltosx spontanex nella città di Torino. |
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