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Notícies :: criminalització i repressió
Testimonianza G8 Genova 2001: Manteniamo viva l'attenzione verso gli abusi
28 mar 2013


Mi chiamo Valerio Forneris e sono laureando in Scienze Politiche presso l' Università di Genova. Sono socio di Amnesty International e, dopo decine e decine di appelli e segnalazioni spediti in tutto il mondo negli ultimi anni, non avrei mai pensato di scriverne uno riferito al mio Paese. Purtroppo però, è proprio ciò che sto facendo in questo momento. Questa non è una lettera di protesta ma una sorta di appello, simile a quelli che tante volte ho inviato collaborando con Amnesty.
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Non sono un militante del Genoa Social Forum, ma ho seguito molto da vicino gli avvenimenti svoltisi a Genova durante il summit del G8. Ho accompagnato e collaborato con una troupe di giornalisti e cameramen della rete televisiva britannica Channel Four, dalla quale sono stato contattato come ex studente Erasmus presso la Oxford Brookes University. Al fianco di questa troupe ho seguito da vicino tutti gli scontri e tutti i successivi sopralluoghi durante i tre giorni del vertice. Purtroppo mi sono reso conto del fatto che molti appartenenti alle forze dell' ordine sono stati protagonisti di un altissimo numero di azioni che, per il livello di violenza che le ha caratterizzate, possono senza dubbio essere definite come pesantissimi ed immotivati abusi ed atti di indiscriminata brutalità. Ho visto e sentito direttamente numerose testimonianze di decine e decine, forse centinaia, di manifestanti pacifici ed inermi picchiati senza nessuna ragione. Il fatto che in numerose occasioni diverse decine o addirittura centinaia di pacifici ed inermi manifestanti siano stati selvaggiamente picchiati dalle forze dell' ordine credo rappresenti un fatto gravissimo di per sè. Purtroppo però, da una attenta analisi della stampa italiana, francese e britannica ho avuto non solo conferma dei fatti che ho visto e di cui ho avuto testimonianza, ma ho addirittura appreso che le brutalità di alcuni appartenenti alle forze di polizia sono state molto maggiori di quanto potessi immaginare. Si tratta di un livello di abusi tale da non rappresentare solo un problema giudiziario e disciplinare, ma addirittura una ferita al sistema di garanzie democratiche italiane ed europee. Mi riferisco agli abusi ed alle violenze commesse in via Cesare Battisti nella notte tra il 21 ed il 22 di luglio ed a quelle avvenute nelle strutture di prima detenzione dei fermati, in particolare a Bolzaneto. Sono entrato in una delle due scuole di via Cesare Battisti la mattina dopo l' irruzione, insieme con i giornalisti britannici con cui ho lavorato. Mentre scrivo ho ancora negli occhi lo sguardo angosciato di una giornalista» de «Il Resto del Carlino» che chiedeva ai giornalisti a fianco a me di denunciare il brutale ed immotivato pestaggio di un suo collega del giornale, presente all' interno della scuola al momento dell' irruzione e selvaggiamente picchiato dalla polizia. Oppure il pianto di alcune pacifiste spagnole, le cui giovanissime compagne poche ore prima erano state svegliate a calci in faccia ed avevano lasciato il loro sangue sui sacchi a pelo. E poi il sangue, sangue ovunque, sangue dappertutto. In questo caso, così come in quello di Bolzaneto, sono stati commessi soprusi, brutalità, violenze fisiche e psicologiche tali che, se non indiviuduate, sanzionate ed analizzate a fondo, unite alle violenze sui manifestanti inermi dei giorni 21 e 22, non rappresentano più soltanto una questione penale, ma una grave violazione dei diritti civili ed una ferita allo Stato di Diritto, alla civiltà giuridica italiana ed europea, ed ai principi ed alle garanzie stesse su cui si basa la democrazia italiana e qualunque democrazia avanzata. Sono fiducioso nell' opera della magistratura, ma credo che un tale livello di violazione dei diritti civili richieda anche una forte attenzione e mobilitazione democratica. Ritengo i diritti un bene ed una garanzia di tutti ed un preciso dovere democratico di tutti i cittadini difenderli ogni volta li si ritiene direttamente o indirettamente minacciati o messi in discussione. Per questo, come cittadino, mi rivolgo a quelli che considero uno dei pilastri portanti di una democrazia sviluppata: i mezzi di informazione. Proprio per questo motivo ho sentito il dovere di rivolgervi un appello a continuare a mantenere viva l' attenzione nei confronti degli abusi, delle violenze e delle violazioni dei diritti civili compiuti da una minoranza violenta di appartenenti a tutte le forze dell' ordine, sia durante gli scontri sia «a freddo» in via Cesare Battisti e nei centri di raccolta dei fermati, nei confronti di centinaia di cittadini italiani e stranieri inermi.

(valerio forneris)


fonte:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/08/06/m

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